Fondazione Libero Bizzarri

lunedì 15 novembre 2010

ACCADEMIA DEL DOC INCONTRI/WINTER SEA

San Benedetto del Tronto 3-7 Dicembre 2010


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Gli Academy Awards 2009

Gli Academy Awards 2009
Gli allievi sul palco

I vincitori dei Bizzarri Academy Awards 2009

I vincitori sono stati votati dagli allievi della sessione estiva dell'Accademia Internazionale del Documentario "Libero Bizzarri".
Miglior documentario: Hijos del sol di Alessandro Ferroni
Migliore narrazione: Noi che siamo ancora vive di Daniele Cini
Migliore fotografia: Voci sul mare di Enrico Pau
Miglior montaggio: Diario di uno scuro della Fluid Video Crew
Miglior suono: Roma intorno a Roma di ACT Multimedia
Miglior commento musicale originale: Pinuccio Lovero. Sogno di una morte di mezza estate di Pippo Mezzapesa
Migliore produzione (ex aequo):
Storie d'armi e piccoli eroi di Giuseppe Gaudino, Isabella Sandri
Isola nuda di Debora Inguglia
Miglior interprete di se stesso: Carlo Delle Piane per La ballata di un uomo brutto di Sabina Negri, Dimitris Statiris

Premio Bizzarri Giornalismo 2009

Premio Bizzarri Giornalismo 2009
Romano Tamberlich premiato da Flavia Mandrelli e Claudio Speranza

Un saluto a un amico caro

Un saluto a un amico caro
Beppe Cremagnani e Massimo Consorti

Beppe Cremagnani e il Festival Bizzarri

Era stato dei nostri lo scorso anno, aveva presentato "L'ultima crociata" al 15° Bizzarri DocFilmFest. Aveva tenuto qualche mese dopo, una memorabile lezione sul giornalismo d'inchiesta agli allievi dell'Accademia Internazionale del documentario Libero Bizzarri. Ci avevano impressionato la sua onestà intellettuale, la sua umanità, il desiderio di andare sempre in fondo a tutti i fatti della vita, da quelli tratti dalla cronaca per arrivare a quelli della politica. Aveva narrato, con Enrico Deaglio, i fatti del G8 di Genova e quelli delle elezioni politiche vinte "per un soffio" dal centro-sinistra indagando proprio sul "soffio". Ci ha lasciato durante il Festival: stava andando in bicicletta e il suo cuore non ha retto. Vogliamo ricordarlo con sobrietà e quasi pudore rifuggendo da qualsiasi parola che potrebbe apparire vuota o stonata. Buon viaggio Beppe.

Giuseppe Piccioni

Giuseppe Piccioni
Premio Bizzarri Cinema 2009

E' il giorno di Giuseppe Piccioni

E' il giorno di Giuseppe Piccioni. Venerdi alle ore 17.00, presso l'Auditorium Comunale di San Benedetto del Tronto, il primo incontro del regista con gli allievi dell'Accademia Internazionale del Documentario "Libero Bizzarri". L'incontro, (aperto al pubblico come tutti gli appuntamenti accademici dei giorni successivi) verte sul "cinema di Piccioni" e ne approfondisce le tematiche, gli spunti narrativi, la costruzione, la realizzazione. Un Piccioni a 360 gradi, quello che emergerà da un incontro che la direzione artistica del Festival ha fortemente voluto per permettere al pubblico dei cinefili e non solo, di conoscere meglio la poetica di uno dei più grandi registi del cinema italiano contemporaneo. Alle 21.15, presso il Cinema Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto, l'evento, la consegna del Premio Bizzarri Cinema 2009 al termine della proiezione dell'ultimo film del regista marchigiano: "Giulia non esce la sera", interpretato da Valeria Golino e Valerio Mastandrea. Ricordiamo che la "personale" dedicata a Giuseppe Piccioni, proseguirà fra l'Auditorium e il Teatro Concordia, fino a mercoledi 8 luglio.
Sabato 4 luglio, Giuseppe Piccioni terrà invece una conferenza stampa (anche questa "aperta"), alle ore 12.00, nella sala stampa del Festival allestita presso l'Hotel Garden.

ACCADEMIA INTERNAZIONALE DEL DOCUMENTARIO "LIBERO BIZZARRI"

ACCADEMIA INTERNAZIONALE DEL DOCUMENTARIO "LIBERO BIZZARRI"
Sessione estiva 2009

10 mesi di Accademia al servizio del Doc

Da ottobre 2008 a oggi. 10 mesi di impegno inseguendo le vie del documentario, qualsiasi esse siano dovunque esse portino. Siamo partiti con workshop tenuti da professionisti di indiscusso prestigio: da Luigi Di Gianni e la storia del documentario mondiale a Mirko Locatelli e la narrazione del cinema del reale tra fiction e documentario; da Enzo Lavagnini e il suo S.O.S Ambiente al Beppe Cremagnani e il giornalismo d’inchiesta; da Italo Moscati e le prove per soggetti cinematografico-documentaristici a Daniele Incalcaterra e i tre giorni di full immersion nel Metodo Varan; da Pino Scaccia e i suoi reportage di guerra a Enzo Grandinetti e Claudio Speranza con la fotografia e la ripresa; da Giangi Poli e l’analisi del rapporto fra scienza e televisione a Stefano Mencherini con la sua teoria della censura televisiva sul documentario; da Michela Guberti e lo sceneggiare con i personaggi fino alla lectio magistralis del Premio alla Carriera 2008, Villi Hermann. Il cammino dell’Accademia non si è però mai interrotto. Dopo l’inaugurazione ufficiale con tante immagini e poche parole di rito, abbiamo dato vita al primo seminario professionalizzante: “Il Mockumentary. Ricerca storica, stilistica ed estetica”, tre giorni in cui fra immagini e testimonianze dirette, gli allievi dell’Accademia sono entrati in rapporto con un modo di fare documentario che sta facendo prepotentemente la sua comparsa sulla scena cinematografico-artistica attuale.
Francesco Calogero, Giuseppe Gagliardi e Roberto Meddi hanno offerto spunti, analizzato contesti, commentato immagini di quello che, fino a qualche tempo prima e per molti allievi, era solo un termine privo di contenuti.
Ma il documentario non è solo “teoria” o prassi della narrazione creativa: è anche lo strumento principe per l’analisi sociale, politica e strutturale del contesto storico in cui si vive, si studia, si lavora, a volte si vegeta. Due momenti di forte impatto politico-sociale sono stati organizzati proprio per meglio analizzare il “modo” di affrontare per immagini storie di ordinaria violenza o di straordinaria sopraffazione. Thyssenkrupp Blues di Pietro Balla e Monica Repetto (con la partecipazione di Carlo Marrapodi), Il G8 di Genova. Fare un golpe e farla franca con Beppe Cremagnani sono stati i due momenti-eventi di un impegno che, per la Fondazione Bizzarri, va ben al di là dell’enunciazione.
Nel frattempo abbiamo avvertito l’esigenza di percorrere vie altre, quelle più specificatamente autoriali. È iniziato quindi lo studio, attraverso la visione dei lavori, del modo di fare documentario di tre grandi autori: Michael Moore (Bowling a Colombine), Oliver Stone (Comandante) e Jonathan Demme (The Agronomist).
Il percorso accademico estivo prevede altri docenti, altre tematiche e prevede, soprattutto, un confronto serrato con gli autori dei documentari in concorso. Mattine e pomeriggi dedicati interamente all’”arte” di saper ascoltare, vedere, capire, dialogare. A maggior ragione se per il 16° Premio abbiamo previsto la trasformazione finale degli allievi dell’Accademia in giuria. Ma il loro compito sarà molto diverso da quello della giuria ufficiale. A loro toccherà segnalare e premiare i “mestieri” del fare documentario. Sceglieranno il miglior documentario, la migliore narrazione, le migliori riprese, il miglior montaggio, il miglior suono, il miglior commento musicale originale, la migliore produzione. Saranno coloro che “simuleranno” quello che dal prossimo anno diventerà l’assetto ufficiale del Premio. Non più uno sguardo distratto alle opere ma un’analisi che servirà a meglio comprendere di quali professionalità oggi ha bisogno un documentario che voglia definirsi tale.

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I 20 documentari in concorso

I 20 documentari in concorso
Note

La ballata di un uomo brutto

La ballata di un uomo brutto
Carlo Delle Piane

di Sabina Negri, Dimitris Statiris

Nel 1986 vinse il Leone d’Oro al Festival di Venezia per la sua straordinaria bravura ma, quarant’anni prima, era stato scelto solo perché straordinariamente brutto. E’ la storia, quella di Carlo Delle Piane, di un uomo che ha trasformato gli svantaggi in talento. Una vita solitaria e silenziosa nella folla e nel chiasso del cinema italiano dal dopoguerra ad oggi, accanto ai più grandi (De Sica, Sordi, Fabrizi, Totò, Avati, Olmi, etc.) e innanzi alle platee di mezzo mondo ma anche vissuta a combattere paure, debolezze e solitudini.
A settantadue anni Carlo Delle Piane ha deciso di raccontarsi interamente, senza pudori e – col garbo, la sobrietà e l’ironia che lo contraddistinguono - di donare al pubblico le immagini di un’Italia scomparsa, il ricordo dei grandi che se ne sono andati, il “dietro le quinte” e segreti di un mestiere che è diventato la sua ragione di vita ma anche la sua follia, i suoi sogni, i suoi incubi, le sue fobie e, soprattutto, la sua determinazione a non voler fare cinema ma l’arte cinematografica.
Ne deriva un’autobiografia toccante, atipica che – per voce dello stesso Delle Piane – prende vita, attraverso immagini e suoni, che cercano di esprimere, il più fedelmente possibile, il flusso del suo pensiero. Fino all’epilogo, che apre uno spiraglio di luce con la speranza di una rinascita.
Un viaggio avvincente, divertente e commovente nella vita di un uomo interamente al di fuori dell’ordinario – Carlo Delle Piane - con racconti, musiche e atmosfere che ripercorrono la storia dell’Italia e del grande cinema degli ultimi sessant’anni. Uno straordinario racconto di vita nel quale il grande attore si mette a nudo come mai ha fatto in precedenza davanti ad una telecamera.

Cimap! Cento italiani matti a Pechino

Cimap! Cento italiani matti a Pechino
Cast e troupe

di Giovanni Piperno

Un viaggio folle: 77 malati mentali e 130 tra operatori, psichiatri, familiari e volontari, in treno da Venezia a Pechino, passando per Ungheria, Ucraina, Russia e Mongolia. Tra questi 200 viaggiatori appassionati ed impasticcati un gruppo di otto invincibili – di tutte le età, di tutte le categorie, e dalle diverse diagnosi - ha una missione da compiere: inventare un evento creativo che coinvolga l’intero treno, per comunicare al mondo, una volta arrivati a Pechino, il senso di questo surreale quanto concretissimo viaggio.
Tra loro i protagonisti di questa storia che si raccontano, si scambiano le loro storie, si addormentano all’improvviso, si amano, si perdono, si odiano, si ritrovano; dimostrando in maniera assolutamente non lineare che, insieme, il cambiamento è possibile.

Diario di uno scuro

Diario di uno scuro
Alessio

di Fluid Video Crew

Diario di uno “Scuro” è una storia vera.
È la storia di un ragazzo come tanti che, inseguendo il sogno di una vita al massimo, si ritrova coinvolto in una corsa inarrestabile che, da giovane studente universitario, lo porterà a divenire un vero e proprio boss mafioso.
Un viaggio in nero che narra una vicenda che ha per sfondo una mafia mai raccontata prima: la Sacra Corona Unita.

Hijos del Sol

Hijos del Sol
Cusco

di Alessandro Ferroni

A Cusco, capitale dell’antico impero Inka sviluppatasi nelle frastagliate montagne andine, si trova Qosqo Maki ( La Mano di Cusco) una associazione atipica; l’associazione si propone di offrire ai bambini ed adolescenti che si trovano a lavorare nelle strade della città la possibilità di costruire un luogo “altro”, in modo che la strada non si presenti come unica opzione per tutti quei ragazzi che hanno scelto di lasciare le proprie case per differenti ragioni, senza tuttavia trattare lo spazio sociale della strada unicamente come luogo di pericolo e perdizione.
Camminando con i “Figli del Sole” la città si apre ad uno sguardo nuovo, la strada appare come spazio di sviluppo relazionale in cui, nonostante le difficoltà e la discriminazione, i ragazzi cercano di costruirsi come soggetto sociale.
Le vite di Edgar, Néstor, Victor, Jimmy e degli altri ragazzi, le loro parole ed i loro sguardi conducono attraverso luoghi intimi per itinerari complessi e si ritrovano nella volontà di costruire un mondo abitabile da tutti.

Isola nuda

Isola nuda
Franco

di Debora Inguglia

Nel 1939 a Catania un gruppo di circa quaranta omosessuali venivano prima arrestati ed in seguito sottoposti ad una serie di interrogatori e di umilianti ispezioni corporali condotte sulla base di supposizioni scientifiche che, dalla fine dell' 800 in poi, avevano tentato di definire l’omosessualità come una patologia riconoscibile attraverso peculiari esami clinici, come ad esempio l'indagine delle forme anali e genitali. I quarantasei Catanesi, incatenati e ammucchiati come criminali colpevoli di un reato a loro ancora sconosciuto, venivano quindi spediti al confino comune sull'isola di Ustica. Intanto non solo a Catania, ma in tutta l'Italia un crescente numero di omosessuali Italiani veniva mandato in varie località di confino nel tentativo di arginare quello che era ritenuto come un pericolo incombente per la morale nazionale e il disegno fascista della creazione di un uomo nuovo dedito ai valori della famiglia e dello stato.

It's Only Rock'n Roll

It's Only Rock'n Roll
Piergiorgio Gay

di Piergiorgio Gay

I fans dei Rolling Stones. Piccole e grandi manie all'insegna di un amore smisurato per uno delle band rock più famose di ogni tempo. E poi c'è qualcuno che predilige Keith Richard...

Il macellaio di Phnom Penh

Il macellaio di Phnom Penh
Kaing Guek Eav "Duch"

di Mario Zanot

Il documentario è costruito attorno all’intervista a Kaing Guek Eav, meglio noto come Duch, direttore del centro di tortura S-21 durante il regime di Pol Pot, responsabile della morte di 17.000 persone e oggi sotto processo in
Cambogia con l’accusa di crimini contro l’umanità. L’intervista, un’esclusiva mondiale, è stata registrata nel carcere militare di Phnom Penh, pochi giorni prima che Duch fosse posto sotto la custodia del tribunale internazionale dell’ONU.
Attraverso le parole dello stesso Duch e grazie alla testimonianza di alcuni sopravvissuti e all’intervento di psicologi, antropologi e giornalisti, il film tenta di spiegare i meccanismi che possono trasformare un tranquillo professore di matematica in uno dei più spietati carnefici del XX secolo.

Medusa

Medusa
Fiori ai caduti

di Fredo Valla

Pola, 30 gennaio 1942. Il sommergibile italiano "Medusa", di ritorno da un'esercitazione, viene affondato da un sommergibile della Royal Navy britannica. Quattordici marinai sopravvivono, intrappolati nel locale lancio di poppa. Si tenta di salvarli, ma il vento forte, la pioggia e la neve ostacolano le operazioni di soccorso.

Noi che siamo ancora vive

Noi che siamo ancora vive
L'Esma di Buenos Aires

di Daniele Cini

Il 5 ottobre del 2006 si è aperto il dibattimento di un nuovo giudizio ai militari argentini responsabili del genocidio degli anni '70, per il sequestro e l'omicidio di alcuni cittadini italiani. Il processo riguarda un luogo in particolare, forse il più terribile dei luoghi di morte di quel periodo oscuro: l'ESMA, Scuola meccanica della Marina militare, dove vennero torturati e fatti sparire, lanciandoli dagli aerei in mare aperto o nel Rio de la Plata, 5000 giovani e dove ne sopravvissero meno di 200. Un Processo è di per sé una storia...

Operai

Operai
Nadia

di Pietro Balla, Monica Repetto

Dal 1923, quando la Fiat costruisce la fabbrica più grande
d’Europa, Torino diventa simbolo dell’industria italiana e delle
trasformazioni sociali del paese. Oggi, 4 luglio 2007, la città
celebra la nascita della nuova Fiat 500. Fuori dalla festa ci sono
orari, turni, fatica, famiglie, bollette da pagare, ma dentro la
festa la vita sembra ancora un sogno a buon mercato.
Nadia, 44 anni, divorziata, due figli ormai grandi ma ancora da
seguire, ha accantonato passione per l’arte e diploma artistico da
più di 20 anni. In fabbrica fa un lavoro da uomo ed ha lottato per
conquistare i ben retribuiti turni di notte. Adesso però la
vogliono passare ai turni di giorno, così teme di dover
ricominciare la lotta per quello che considerava ormai un diritto
acquisito. Alla fatica di sempre si aggiunge anche la
preoccupazione per la figlia Deborah che sta finendo il periodo
di prova come commessa in un negozio di scarpe, ed è in attesa
di firmare il promesso contratto, e per il figlio Rashid, in
partenza per le vacanze estive. La routine sempre uguale di
attraversamenti pedonali dalla fabbrica a casa, la spesa, il
bucato, i turni di notte e i conti da far quadrare con mille euro al
mese, oggi le sembrano meno pesanti. Oggi, può mettere da
parte rimpianti e preoccupazioni. Oggi si sente bene con se
stessa.
Questa giornata è il punto di svolta anche per l’irriverente
Massimo, quaranta anni compiuti da pochi giorni, operaio di
Mirafiori che nel tempo libero o nei periodi di “cassa
integrazione” si mette in scena come drag queen, con il nome
d’arte Greta Veleno.
Oggi Massimo si rende conto che il sogno di far parte del
rutilante mondo dello spettacolo è terminato, e che continuerà
per tutta la vita ad essere un operaio della Fiat. Massimo
rinuncia per sempre a vestire i panni di Greta Veleno, che ormai
sono stretti per il suo corpo, e guarda in faccia la sua relazione
con Angelo, suo compagno da 17 anni, ormai molto lontana dai
toni spensierati dell'età del sogno. Oggi, 4 luglio 2007, Massimo
ammette il suo fallimento per trovare un po’ di pace e di serenità.

Ortona 1943. Un Natale di sangue

Ortona 1943. Un Natale di sangue
Nel teatro di posa

di Fabio Toncelli

La storia della battaglia di Ortona nell'autunno del 1943: la più sanguinosa, la più feroce, la più misteriosa battaglia della campagna d'Italia.
Perché nell'autunno del 1943 la conquista della piccola città costiera italiana sembra decisiva per l'esito della guerra? Perché i paracadutisti tedeschi la difesero combattendo gli Alleati corpo a corpo, strada per strada, casa per casa, stanza per stanza? Perché il Generale Montgomery incredibilmente la dimentica nelle sue memorie? E soprattutto: chi fu il vero vincitore della battaglia di Ortona?
Fra eroismo e ferocia per la prima volta la scioccante verità su un episodio che è in realtà una commovente parabola sull'ineluttabile stupidità della guerra.

Piera, il boxeur

Piera, il boxeur

di Manuel Giliberti

In un’ appassionata intervista Piera degli Esposti si confessa e confessa il suo rapporto con il cinema. Le paure, le soddisfazioni, le vittorie e i desideri.
Inserti di immagini e racconti inediti fanno di Piera il Boxeur una testimonianza dal vero del cinema Italiano d’Autore. Dall’esordio alla fine degli anni '60 dove recita per alcuni dei più importanti registi italiani come i fratelli Taviani, Pier Paolo Pasolini, Luigi Zampa, Gianfranco Mingozzi, Lina Wertmüller, Nanni Moretti, Aurelio Grimaldi, Marco Bellocchio, Manuel Giliberti. Nel 1980 ha collabora con la scrittrice Dacia Maraini al libro "Storia di Piera", ispirato ai fatti della sua infanzia, da cui nel 1983 è stato tratto il film omonimo diretto da Marco Ferreri e interpretato da Isabelle Huppert e Hanna Schygulla.
Piera Degli Esposti vanta inoltre una lunga esperienza lavorativa in diverse produzioni televisive e la conduzione per alcune trasmissioni radiofoniche per la Rai.
Si è affermata anche come regista di opere liriche. Nel 2003 vince il David di Donatello come miglior attrice non protagonista per L'ora di religione di Marco Bellocchio. Le ultime sue partecipazioni cinematografiche sono ne Il Divo di Paolo Sorrentino, ne L’Uomo che Ama di Maria Sole Tognazzi e Giulia non esce la sera di Giuseppe Piccioni.

Pinuccio Lovero - Sogno di una morte di mezza estate

Pinuccio Lovero - Sogno di una morte di mezza estate
Pinuccio Lovero

di Pippo Mezzapesa

Pinuccio Lovero sogna da sempre di fare il becchino. A quarant’anni finalmente è stato assunto a tempo determinato come custode del cimitero di Mariotto, frazione di Bitonto, profondo Sud bollente. Nel mezzo di un’estate torrida, aspetta il suo primo funerale. Perché, dal giorno del suo arrivo cinque mesi fa a Mariotto nessuno è ancora passato a miglior vita. Pinuccio smania, i paesani esultano. Ma, prima o poi, qualcuno morirà e Pinuccio fiducioso aspetta, fermo davanti al cancello del ‘suo’ cimitero.

Predappio in luce

Predappio in luce
Busto di Mussolini

di Marco Bertozzi

Alcune ferite ancora aperte della recente storia nazionale prendono corpo recandosi a Predappio. Gli amministratori stessi sono in difficoltà nel gestire il peso di una memoria che sovrasta le loro forze. Una memoria “irriducibile”, scolpita con forza nel ventennio grazie alla grancassa del Luce, a centinaia di servizi fotografici sulla “città del duce”, a migliaia di articoli e pubblicazioni sulla famiglia di Mussolini. Predappio in luce cerca di scavare in quel passato lavorando proprio nel sistema dei media, revisionando immagini e paesaggi sonori apparentemente “documentari”, sottraendo quei film al “naturale” flusso verbale di stentoree voci over. Nell'affastellarsi di frammenti fortemente evocativi – proclami, inaugurazioni, discorsi del duce o dei suoi gerarchi - da musiche e suoni sperimentali, il racconto lineare riemerge solo a tratti, con le testimonianze dei due storici, profondi conoscitori delle tematiche affrontate.

Quando combattono gli elefanti

Quando combattono gli elefanti
Gli elefanti

di Simone Amendola

Il 15 agosto 2008 Trenitalia licenzia per la seconda volta il macchinista e delegato per la sicurezza Dante De Angelis (in seguito alle dichiarazioni pubbliche sull'insicurezza degli Euro Star). E' la fine paradossale di questo film, in cui oltre al primo licenziamento dello stesso De Angelis, si raccontano le rivendicazioni dei ferrovieri italiani abbandonati dallo stato e dai sindacati ad un lavoro a ciclo continuo, incidenti e licenziamenti a chi parla in televisione o si rifiuta di guidare treni insicuri.
La precarietà dei ferrovieri assomiglia alla condizione di una ragazza che subisce le scelte dei genitori: è la storia di Lessyta, una quindicenne di colore che non vuole lasciare la casa sulla ferrovia dove è nata e cresciuta.

Roma intorno Roma

Roma intorno Roma
La fungaia

del Collettivo Registi ACT Multimedia

La periferia di Roma, o meglio le tante periferie di Roma, raccontate attraverso un prologo in apparenza bucolico e sette storie che hanno per protagonisti persone che le vivono in modo curioso e a volte problematico: dall’ultimo “fungaro” dell’Arco di Travertino che convive con una comunità di indiani a un ragazzo del quartiere Laurentino, che passa le sue giornate tra una palestra autogestita e l’attesa di un futuro che sembra non promettere nulla di certo per lui e i suoi amici.; da una stralunata assistente di volo, che vive in un nuovo e irreale quartiere di Roma ovest, a un giovane artigiano che comincia a lavorare, tra dubbi e entusiasmi, nell’”incubatore” del Corviale; dallo scultore che vive felicemente in una antica e disastrata torre circondata da una cava di brecciolino tra i campi di Roma est a un incazzato militante di sinistra che lascia Malagrotta e la sua odiata discarica per andare a stare in un posto più vivibile; fino all’immigrato rumeno che, insieme alla compagna, lascia la sua baracca sull’Aniene per andare a vivere in una casa vera. Ritratti di una Roma magmatica e inafferrabile, sempre in bilico tra passato e presente, ma comunque viva, spiazzante e nel fondo refrattaria a tutti i luoghi comuni che vorrebbero imprigionarla.

Il senso della lotta. Un ritratto di Bruno Trentin

Il senso della lotta. Un ritratto di Bruno Trentin
Bruno Trentin

di Silvano Agosti

E’ Bruno Trentin che guarda se stesso sullo schermo. Come in uno specchio. E’ un Trentin che si emoziona, sorride, commenta. Siamo nel 1999. Ha i capelli bianchi, la barba, gli occhi raddolciti. Quello che appare sullo schermo contrapposto, è il Trentin degli anni Sessanta-Settanta, giovane, impetuoso. Il regista lo ha chiamato a rivedersi, a giudicarsi. Sono trascorsi cinquant’anni, ma non è cambiata la sua passione, la sua voglia di ragionare e convincere gli altri, la sua ricerca di un’utopia possibile. Per il mondo del lavoro innanzitutto. E’ Bruno Trentin che guarda se stesso sullo schermo. Come in uno specchio. E’ un Trentin che si emoziona, sorride, commenta. Siamo nel 1999. Ha i capelli bianchi, la barba, gli occhi raddolciti. Quello che appare sullo schermo contrapposto, è il Trentin degli anni Sessanta-Settanta, giovane, impetuoso. Il regista lo ha chiamato a rivedersi, a giudicarsi. Sono trascorsi cinquant’anni, ma non è cambiata la sua passione, la sua voglia di ragionare e convincere gli altri, la sua ricerca di un’utopia possibile. Per il mondo del lavoro innanzitutto.

Storie d'armi e piccoli eroi

Storie d'armi e piccoli eroi
Kaka

di Giuseppe M. Gaudino, Isabella Sandri

Kakà Shirin è un giovane ragazzo afgano che perde i genitori a causa di un bombardamento nel 2001. Da quel momento la sua vita e quella della sorellina cambiano radicalmente: viene portato a Kabul dalla zia vecchia e quasi cieca, e si arrangia con mille lavoretti, fino ad un incontro risolutivo che segnerà la sua vera rinascita.
Storie d’armi e di piccoli eroi racconta le trasformazioni e la crescita di Kakà e del mondo che lo circonda dal 2003 al 2006. E’ anche la storia parallela di Mr.Wali, l’assistente sociale che ha l’incarico di trovare bambine e bambini che possano frequentare la scuola Aschiana, un centro dove si insegna a leggere e a scrivere- ma anche l’arte di un mestiere – ai bambini che lavorano per le strade e che sono orfani, ma che allo stesso tempo sono dei capifamiglia. Un documentario che narra ciò che non avrebbe dovuto essere e ciò che invece, per fortuna, è.

Voci sul Mare - Enrico Pau

Negli anni è cresciuto sempre di più in me il desiderio di creare un "ritratto" sentimentale della mia città, dei suoi artisti, delle sue opere d'arte a volte nascoste, dei suoi mercati abitati da pescatori, commercianti, cantanti di strada, gente comune. Ho provato a cercare in pochi minuti di racconto per immagini la natura profonda della città, la bellezza dei suoi spazi naturali e architettonici, la forza espressiva dei suoi abitanti, della loro lingua musicalissima, dei loro volti segnati dalla storia. una città che sta cambiando la sua natura, aperta al mare, attraversata da tante culture, abitata da nuove genti e insieme con un cuore antico, quello dei vecchi quartieri popolari dove i cagliaritani coltivano la loro memoria che è ancora viva, come le ferite della seconda guerra mondiale...

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